Il Polittico dell’Agnello Mistico di Van Eyck è nuovamente aperto al pubblico, con una nuova illuminazione ma soprattutto con una nuova, costosissima, teca, necessaria per una migliore conservazione dell’opera.
A dir la verita’ si dovrebbero preoccupare di ben altri aspetti.
Siamo ancora convinti di quello che scrivevamopoco piu’ di un anno fa nella nostra newsletter
L’Agnello, il corpo del reato
E’ un’immagine diventata virale, forse per promuovere una mostra costosa, l’ennesimo restauro made in Belgium del Polittico dell’Agnello Mistico dei fratelli Van Eyck (“L’altare di Gand rivelato” si era chiusa solo nel 2017).
Gli occhi realistici dell’Agnello cosi’ come li avevamo conosciuti sono stati rimossi per rivelare la prima versione della pittura, dove l’Agnello ha un aspetto meno ovino e piu’ “umano”.
Leggiamo cosa ha dichiarato la restauratrice al New York Times: “a un certo punto nel 1500 un altro pittore, o forse un gruppo di pittori, decisero che aveva bisogno di una rielaborazione. Potrebbero aver voluto cambiare il dipinto per ragioni teologiche – questo era, dopo tutto, il centro della Riforma protestante e la Chiesa cattolica stava riscrivendo le sue dottrine al Concilio di Trento – o perché lo stile pittorico era cambiato.
L’intero dipinto è stato rifatto, ha detto, “non solo l’agnello, ma tutti i tendaggi, la parte superiore del paesaggio, il cielo e la vista della città, e sul retro dei pannelli laterali, circa il 70 percento è stato ridipinto.”
Ha aggiunto: “La particolarità di questo è che è stato fatto con estrema attenzione in modo che tutti i contorni delle figure fossero rispettati e la maggior parte dei colori fosse riprodotta con pigmenti di altissima qualità. Non è stato un lavoro pasticciato“.
“Per fortuna, i restauratori hanno scoperto che c’era anche uno strato molto spesso di vernice tra il dipinto originale e la versione più recente, che ha reso relativamente facile per loro rimuovere quello strato per tornare al lavoro di van Eyck“, ha detto Dubois. La testa originale dell’agnello, per esempio, era “in ottime condizioni“, ha riferito. “Abbiamo dovuto solo eseguire un piccolo restauro per le piccole perdite di vernice.”
Rileggiamolo.
Hanno rimosso una “ridipintura” non solo storicizzata ma quasi coeva, fatta con pigmenti e tecniche simili.
Gia’ nel 1972 la Carta Italiana del Restauro (Art 6) assolutamente proibisce tali pratiche, e a buona ragione.
Tanto più che la prima versione dell’agnello era ben visibile in riflettografia e ancora meglio si sarebbe potuta documentare con il nostro Metodo Multilayer e magari proporla in un pannello espositivo.
E allora perche’ questa folle e criminale decisione?
Rimaniamo senza parole. Ed e’ un peccato che cosi’ abbiano fatto anche i vertici del restauro italiano, evidentemente sempre meno influenti a livello globale.
E noi che avremmo voluto parlare della vera Rivoluzione Ottica di van Eyck, quella descritta da David Hockney e Charles Falco ma anche da Roberta Lapucci. Quella che permette, tramite l’utilizzo di specchi e lenti, forse non a Hubert, ma di certo a Jan, di ottenere una resa così fotografica dei volti e degli oggetti. E degli agnelli.