L’arte non è lontana dalla guerra. La guerra non è lontana dall’arte

Apr 23, 2024 | Art Word, Patrimonio Culturale

Quando nazisti e i fascisti razziavano case e chiese, le opere furono spesso ridipinte per non farle riconoscere. Con le analisi si può far ricomparire la storia

Vi chiedete come possa essere coinvolto il nostro mondo, quello dei diagnosti, degli scienziati dell’arte, con un giorno, il 25 aprile, in cui la memoria storica, per chi ne ha, parla di libertà?

Di certo siamo in un tempo in cui la parola “conflitto” è inflazionata. Anche se sembra tutto molto lontano e che riguardi altri, le guerre mietono vittime umane e culturali. Così come si cancella l’uomo, distruggendo il patrimonio artistico e culturale di un paese, si cancella il documento della sua esistenza.

IL 25 aprile per noi Italiani è un giorno storico, è il giorno in cui ricordiamo la libertà dal nazifascismo.

Riflettendo su questa data, a noi molto cara, e guardandoci intorno, ci sovviene che in questo 2024 cade anche il decimo anniversario dell’uscita nelle sale cinematografiche del film “Monuments man”.

Sappiamo come il film abbia fatto conoscere  e  reso affascinante Il ruolo dei “salvatori” di quell’arte che Hitler aveva deciso di requisire, letteralmente di rubare alle culture altrui e imprigionare, mai ne mancassero per lui di prigionieri, in un suo super museo. Anche se quando capì che non sarebbe riuscito nel suo intento, decise di nascondere il bottino in alcune miniere e al momento opportuno era intenzionato a… distruggere tutto. Per qualcuno si trattava di “opere scelte” ma di fatto erano documenti di vite altrui.

Ma i diagnosti che ruolo hanno in tutto ciò?

Durante le nostre campagne di indagini abbiamo anche analizzato dipinti che in quegli anni, in cui i nazisti e con loro i fascisti razziavano case e chiese, furono trasformati in altro. Pratica comune era ridipingerli con soggetti banali e non riconoscibili oppure abradere la firma.

Una radiografia, una riflettografia possono far riemergere ciò che altri nascosero. Più difficoltoso invece è recuperare segni di firme abrase, ma non è detta l’ultima parola! E’ possibile che ancora qualche cosa si possa ritrovare eseguendo indagini adatte a far riemergere tracce di pigmento ormai svanite.

A ricordarci di quelle che furono le spoliazioni praticate dai nazisti anche due opere conservate nella Galleria Palatina e su cui abbiamo fatto indagini, di cui vi abbiamo tempo addietro raccontato.

Forse però così non le avete mai viste:

Frans Floris, Adamo ed Eva ( e un gatto) https://www.art-test.com/avete-visto-un-gatto/
Foto credits: @Electa in Arte Liberata Capolavori salvati dalla guerra. 1937/1947

E in copertina:

Carlo Dolci, Madonna con Bambino (con sorpresa) https://www.art-test.com/un-mago-nascosto%ef%bf%bc/

Foto credits: @fotoforum

Emanuela Massa
Emanuela Massa